trio
Il racconto di un aspirante toy boy
di Cpcuriosa60
28.10.2024 |
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"Ma era il quarto uomo che pareva aver perso ogni freno..."
Mi era arrivato un messaggio e non era possibile che passasse inosservato.Chi mi scriveva aveva utilizzato un trucchetto per farlo risaltare in mezzo a tanti, ossia inserire tutto il testo nel campo “oggetto”.
Funziona, ma non ditelo in giro.
Lette le primissime parole già il dito si era spostato sul tasto con la ics di “cancella”.
“Ho 26 anni e sono un tuo ammiratore.
Il mio sogno sarebbe averti lì davanti a me di schiena e poterti abbracciare da dietro, stringendo tra le mani il tuo seno.”
Mi ricordo che sorrisi e conservai, come non faccio quasi mai, quel messaggio dolce, in fondo.
Ne seguirono altri per settimane, io leggevo e non rispondevo.
Certo così davo un segnale a quel giovane spudorato, ossia “Ti leggo, continua…”.
Finché con l’inverno ormai agli sgoccioli, lui mi inviò l’incipit di un racconto con la preghiera di scriverne qualche riga a completamento.
Divertita, lo confesso, mi prestai al gioco ed è così che capoverso in capoverso, è nata la storia che segue e che, sistemata un po’, ripubblico.
Il giovanotto, devo dirlo, si propone ogni tanto per diventare quello che era una volta un “cavalier servente” e che ora è chiamato anche “toy boy”, ma, come ho già avuto modo di dire, “ogni frutto ha la sua stagione”.
È un giorno di inizio primavera il caldo e il cambiamento di stagione mettono allegria leggerezza e spensieratezza.
Su Annunci69, dopo mesi, con una bella coppia sulla sessantina inizia una chat e scopro, che è lei a rispondere .
E’ una bella donna, con tutto il senso del sapere e conoscere l'arte e l'esperienza dell'avere un rapporto a tre, che non si ferma al semplice atto sessuale, ma che ti prende alla testa e ti porta in alto.
Dopo una breve presentazione inizia uno scambio di messaggi.
Ammetto che sarebbe per me la prima esperienza e che il sogno sarebbe quello di provare a "giocare" in spensieratezza con una coppia più esperta e disponibile ad insegnare questo tipo di gioco.
Così dopo vari contatti, un giorno dopo pranzo ho incontrato questa coppia in un bar.
Lui l'uomo perfetto per la situazione che ti sa mettere a tuo agio.
Lei bellissima donna, consapevole della sua bellezza e che lasciava trasparire la sua estrema sensualità, il vestito provocante al punto giusto senza scadere nella volgarità, ma che metteva in risalto le sue forme
E il suo seno!
Ovviamente l’occhio cadde più volte lì, mentre bevevamo un caffè e notai che lei iniziava a stuzzicare e scherzare introducendo e avviando il gioco mentale fatto di battute, risate complici e doppi sensi.
La guardavo, perfettamente a suo agio nella situazione che stavamo vivendo.
Parlava delle sue (le loro) esperienze con una naturalezza che mi ammaliava.
Non c'era imbarazzo né senso di colpa nel suo narrare di scopate con uomini diversi.
E il suo compagno sorrideva, intervenendo talvolta per stuzzicare un ricordo.
Li guardavo, senza parole, voglioso di fare mille domande preparate da tempo e che ora giudicavo stupide.
Mi sentivo il cazzo pronto ad esplodere.
E stavamo solo parlando...
Poi lei mi guardò e appoggiando il viso sulle mani intrecciate sotto il mento, mi disse: "Dimmi di te, cosa ti piace..."
“Tutto mi piace”, volevo dirle.
“Mi piacciono i tuoi occhi e ancor più la tua bocca dalle labbra disegnate.
Le vorrei avvolte al mio uccello e sentire poi il calore della tua bocca che non deve essere poi tanto diversa dalla tua fica.
Vorrei essere sdraiato ad occhi chiusi e gustare la sensazione della tua lingua che potrebbe poi scendere a massaggiare le mie palle.
E vorrei urlarti che sto venendo e di riprenderlo dentro di te.
Vorrei riempirti la gola e scoprire che hai bevuto ogni goccia di me.
Ma sono qui, seduto al tavolino del bar”
Così sognando un ipotetico incontro, con il cazzo marmoreo, l'occhio oramai aveva perso pudore e cadeva insistente sul décolleté, il seno della Signora era davvero uno spettacolo, quel misto vedo non vedo, ma che lasciava trasparire l'importanza delle dimensioni.
Nell'immaginarmi seduto dietro a lei a massaggiarle il seno, facendo sempre via via più spazio al suo corpo per farle sentire la mia dotazione.
La voglia e la curiosità di scoprire l'esperienza accumulata e le più belle porcherie, mi diedero coraggio.
Chiesi alla coppia, anche se più direttamente alla lei, quali fossero, con più dettagli, le situazioni sperimentate fino ad allora.
Se avevano vissuto incontri con altri uomini, magari con più uomini contemporaneamente, dove lei era il centro delle attenzioni.
Quanto di eccitante e che era già trasparito dai racconti precedenti mi spinse a chiedere dettagli su dettagli.
Immaginavo copiose venute sul suo corpo e le sue emozioni dell'essere la regina in mezzo a più cazzi.
La bellezza di prenderne uno e subito riprenderne e poi godere e bagnarsi e….
Lei mi fece segno di interrompere il mio fiume di domande e di lasciarla pensare un attimo.
"Allora, forse posso raccontarti della festa dei miei cinquant'anni, non ti dirò quanto tempo é passato da allora" iniziò, e sorrise con malizia al pensiero.
"La ricorrenza è un punto di svolta nella vita di noi donne.
A quarant'anni sei considerata appetibile, ti guardano con desiderio, ti senti di avere un futuro davanti; la carriera procede, se ne hai una e tutto sorride.
Coi cinquanta, tutto cambia, ne sentii l'incombere già mesi prima.
Lui mi vide un giorno guardarmi perplessa allo specchio finché mi truccavo per uscire insieme e capì il mio disagio.
Mi abbracciò e mi rassicurò dicendomi di quanto mi desiderasse e quanto lo facesse soffrire la gelosia nel vedermi desiderata da altri.
Ma a me non bastava, troppo forte era la mia ansia per l'arrivo di quel compleanno imminente.
Finché il giorno arrivò, per coincidenza cadeva di sabato.
Gli chiesi, sfoggiando una leggerezza che non provavo, dove mi avrebbe portata alla sera."
"È una sorpresa" mi disse lui "spero ti piacerà, tesoro. E a proposito, eccoti un regalino, giusto per stuzzicare la tua fantasia..."
"Aprii il pacchettino avvolto in una carta raffinata e trovai una guepiere di un colore indefinito tra il blu e lo smeraldo.
Aveva un pizzo delicato ed il reggicalze con gancetti a forma di fiore.
Non avevo mai visto nulla di simile.
Davanti ai suoi occhi, sfilai in fretta i miei abiti e volli subito provare quell'indumento dalla consistenza quasi impalpabile.
E che dire delle calze, non erano del solito nylon ma forse di seta pregiata, leggera e lucente."
"Sei bellissima, amore. Non mi stancherei mai di guardarti.
Ho scelto bene il colore, richiama il blu dei tuoi occhi e risalta sulla tua pelle.
Adesso però levati tutto, che ne dici di fare la doccia insieme e poi vestirci ed andare a cena?"
"Cenammo da soli, nel centro storico della città.
Era strano essere noi due, senza figli, non ritornati per festeggiarmi dalle loro sedi di studio (gli esami erano previsti a breve).
Uscimmo dal ristorante verso le ventidue, presto per andare in qualche locale, pensai.
Invece raggiungemmo, con mia sorpresa, l'ingresso di un famoso club prive' nella prima periferia cittadina.
Malgrado fosse presto, c'erano parecchie macchine parcheggiate.
Non eravamo mai stati in quel locale, preferendo quelli delle città vicine.
E’ pur vero, se tutti ragionano allo stesso modo per evitare di fare spiacevoli incontri, che sia più facile trovare il vicino di casa a cento chilometri di distanza che nel prive' all'angolo.
Come da prassi dentro era piuttosto buio.
La musica che suonava in sottofondo era piacevole, nulla del solito bum-bum che mi dava tanto fastidio.
La prima stanza in cui entrammo era una piccola spa, provvista di una Jacuzzi abbastanza grande.
Una bella assistente ci accolse e ci indicò dove lasciare gli abiti.
Mi dispiaceva togliermi il bellissimo completo che avevo indossato ed anche scendere dalle mie scarpe col tacco dodici.
Temporeggiavo davanti al l'armadietto dove avevo appeso il vestito, quando sentii due mani calde sulle spalle ed una voce sussurrarmi all'orecchio"
"Aspetta, fatti ammirare, lui ci ha detto quanto sei bella"
"Mi girai e vidi quattro uomini, a torso nudo e con un piccolo pareo allacciato sui fianchi."
"Siamo qui per te, lascia che ti spogliamo e ti ammiriamo"
"Guardai Lui, e lo vidi sorridere"
"Buon Compleanno, tesoro. Questi sono solo alcuni dei nostri invitati.
Spero ti piacciano e ti facciano buona compagnia"
"Mi baciò con dolcezza ed uno alla volta lo fece con altrettanta leggerezza ognuno dei quattro maschi.”
Lei si fermò un attimo, bevve un sorso d’acqua e poi fissandomi negli occhi, riprese il racconto...
La guardavo, estasiato, ascoltavo la sua voce dolce che pareva raccontare una favola ad un bimbo che fa i capricci e non vuole dormire.
“Poi le loro mani furono si di me, sfiorarono il mio corpo, indugiando ognuna in un punto diverso: chi mi sollevava i capelli per esporre il collo, chi mi massaggiava le spalle scendendo verso il seno, chi invece aveva afferrato con delicatezza le mie natiche e ne scorreva la rotondità.
Ma era il quarto uomo che pareva aver perso ogni freno.
Sdraiato per terra, leccava i miei piedi, ancora rivestiti dalle autoreggenti e calzati nelle dècollete' dai tacchi a spillo.
Le sue mani accarezzavano invece le mie gambe, risalendo sempre più curiose verso le cosce ed oltre.
Io ero senza fiato e cercavo con lo sguardo il mio Amore, che vedendomi un po' in ansia si avvicinò per baciarmi.
Tra una carezza e l'altra mi ritrovai nuda e, tolte le scarpe, fui condotta alla vasca e nell'acqua già mossa dalle bolle.
Ci accomodammo tutti e per qualche minuto ci godemmo il tepore ed il piacevole solletico della Jacuzzi.
Poi come in un sogno, a turno, i miei compagni di gioco si inginocchiarono davanti a me, mezzi sommersi e mi toccarono il corpo.
Sembrava una danza per la lentezza dei movimenti e per l'avvicendarsi tra loro dei maschi.
I miei sensi urlavano, quasi, il piacere di quei gesti, lo stupore di essere al centro dell'attenzione e la visione di tutta quella virilità a mia disposizione.
Mi pareva di impazzire dall'eccitazione, volevo che finisse ma anche che continuasse.
Finché fui fatta uscire dall'acqua e avvolta in un grande telo caldo.
Le mani stavolta mi asciugarono e due mi sollevarono quasi senza sforzo per depormi sul letto immenso nella stanzetta a fianco.
Mi sdraiarono ancora avvolta dal telo e….”
Ripresi io la parola interrompendo il racconto della signora, dicendo “immagino che dopo sul letto abbiano iniziato a toccare leccarti e baciarti in ogni dove e nel mentre tu hai iniziato a giocare con i loro strumenti stuzzicandoli con mani e bocca…”
La mia eccitazione ormai era ben chiara ed evidente, forse anche la coppia era sedotta dai ricordi del passato e dalla mia voglia di farne parte!
“Seguici” mi disse lui e nessun ordine mi fu mai tanto gradito.
La loro casa li rispecchiava.
Calda, vissuta, con mobili sicuramente costosi ma di classe.
Dopo una piccola sosta a turno in bagno ci dirigemmo direttamente in camera da letto, basta chiacchiere...
Io ero impacciato, stavo vivendo il momento da molto desiderato e non sapevo come muovermi.
Lui, capì, e baciandola le disse "vi lascio soli, comportatevi bene..." e se ne andò.
Grande uomo, in quell'attimo lo ammirai e ne divenni quasi succube, assurdo.
Mi lasciava con la sua donna ma lo faceva come una concessione, dall'alto del suo essere sicuro di lei e della sua lealtà, nonostante ora si stesse spogliando davanti a me.
Osai toccarla, non appena si liberò della gonna e iniziò a slacciarsi la camicetta che furono le mie mani tremanti a far scendere dalle sue spalle.
Avevo immaginato il suo corpo, masturbandomi davanti alle fotografie pubblicate sul sito, mai volgari ma spontanee, un paio prese da lontano, lei fra le onde.
Toccai quel seno maturo, il mio cazzo rispose con una scossa quasi dolorosa.
Abbassai le spalline del body leggerissimo e mettendomi dietro a lei lo feci scendere, prima dalla schiena, poi dalla curva dei fianchi e infine dalle natiche rotonde.
Lei stava immobile, mi lasciava fare, chissà se stava ridendo di me, impacciato come non mai.
Ero ancora vestito ma le feci appoggiare il suo corpo al mio, stringevo il suo seno, lo accarezzavo, sorprendendomi di sentirla ansimare, sempre più, mentre le stuzzicavo piano i capezzoli perfetti.
La volevo con tutto me stesso ma nello stesso tempo volevo aspettare.
Decisi che era ora di spogliarmi e lo feci in fretta per non far calare quell'eccitazione mai provata.
La guardai, una volta nudo, mettendomi davanti a lei, col cazzo eretto e poi mi avvicinai.
Lei ancora mi sorprese, abbassandosi prima che riuscissi a toccarla di nuovo e lo accolse in bocca con un movimento improvviso.
Fu troppo, venni in quell'angolo di paradiso, caldo e umido, provando un godimento mai vissuto.
Non so come ci trovammo poi sul letto, fianco a fianco, le sue mani mi sfioravano calde e gentili.
E la voglia riapparve quasi subito, il mio uccello era pronto di nuovo.
Ebbi voglia di assaggiarla e la mia bocca percorse il suo corpo, con una lentezza che non era da me.
I suoi gemiti mi riempivano la mente e sentirla fremere mi faceva impazzire.
E il profumo della sua pelle, l'odore appena muschiato della sua fica, la leggera umidità che ne usciva e di nuovo la voglia di prenderla.
Glielo chiesi, sfacciato come non avrei mai pensato di essere.
"Posso scoparti, mi fai impazzire..."
L'attesa della sua risposta fu l'attimo più lungo della mia vita e il suo "Sì", appena sussurrato, la musica più bella mai udita.
Da bravo ragazzo, ingabbiai il mio amichetto in un preservativo e con una calma che non provavo la penetrai cercando di essere delicato e paziente.
Lei mi accolse con lenti movimenti dei fianchi, gemendo nel suo modo quasi timido ma che diventava più eccitante ad ogni istante che passava.
La coprii col mio corpo, cercando di non schiacciarla e gustai la sensazione quasi di dominio.
Avrei voluto spingere con forza, farle forse del male perché nello stesso tempo, sapevo che non sarebbe mai stata mia del tutto.
"Piano" mi dissi, "gustala piano".
E guardavo il suo viso, gli occhi chiusi, la bocca semiaperta da cui uscivano gemiti di inconfondibile piacere.
"Guardami" le dissi e lei aprì gli occhi, luminosi anche nella penombra.
E venne, in un orgasmo dolce, niente urla da film, solo la bocca spalancata in cerca dell'aria.
Sentii la sua fica contrarsi attorno a me e poi di nuovo lei alzò il bacino per accogliermi e di nuovo prese il suo piacere.
Non ne potei più, nemmeno io e di nuovo venni come se fosse la prima volta in vita mia.
Mi staccai da lei a malincuore e girandomi lo vidi, sul bordo più lontano del letto.
Ci aveva guardato, da quanto non lo sapevo e stava menandosi lentamente un cazzo di tutto rispetto.
Feci qualcosa che non avrei mai pensato, mi abbassai su di lui e glielo presi in bocca.
Subito anche lei mi fu vicina e gli disse di stendersi.
Giocammo con lui, leccandolo e baciandolo, scambiando anche noi ogni tanto un bacio profondo.
La bocca di lei accolse alla fine il suo seme ed io pure lo assaggiai baciandola.
La stanza era calda e profumata di noi ma sentii che dovevo andare.
Mi rivestii ed uscii, appagato ma conscio del mio dolore urlante e del fatto che non li avrei più rivisti.
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